Quale programma per gestione rifiuti a Genova?

 

Traccia di programma che proponiamo a tutte le liste candidate per le elezioni al comune di Genova

 

Il programma si basa sulla strategia “rifiuti zero”, che ha come obiettivo una economia circolare, e prevede l’impegno nella realizzazione del Piano Metropolitano congruente a questi principi (non si accettano modifiche a tale piano di una RD sotto il livello minimo di legge 65% o produzione di CSS).

 

            1.      perseguire la riduzione dei rifiuti alla fonte, quindi dare ampio respiro a tutte le iniziative:      compostaggio domestico e di comunità, sconti ad esercenti per vendere prodotti sfusi (detergenti, cereali, vino, bevande…), consumo di acqua del rubinetto e uso di stoviglie biodegradabili nelle mense e nelle sagre, …

 

2.      facilitare il riuso e la diffusione di esperienze già esistenti di intercettazione e riparazione o smontaggio di ingombranti, attrezzature, elettrodomestici e RAEE, che riducono ulteriormente la produzione di rifiuti, educando i cittadini a sottrarsi all’usa e getta e creando posti di lavoro

 

 3.      puntare su raccolta differenziata spinta degli scarti post consumo, finalizzata al recupero di materia seconda per il riciclo, con metodi il più possibile condivisi con i cittadini e i lavoratori AMIU, porta a porta ovunque possibile e introduzione tariffa puntuale per incentivare riduzione del RUR dei cittadini virtuosi

 4.      realizzare impianti di gestione della frazione organica raccolta, con valorizzazione della materia: bio-digestori anaerobici con successivo compostaggio del digestato da usare in agricoltura e purificazione del biogas in bio-metano da usare per i mezzi AMIU e per il trasporto pubblico, o da immettere in rete per le caldaie a gas. Si vuole evitare la combustione del biogas grezzo per la produzione di elettricità

 

5.      realizzare impianti flessibili per il trattamento a freddo del RUR, che consentano ulteriore recupero di materia oggi e valorizzazione delle frazioni provenienti da RD domani.

        Si esclude combustione dei rifiuti in inceneritori o gassificatori, e produzione di CSS  

           (combustibile solido secondario) da inviare a inceneritori, cementerie, CTE (centrali   

           termoelettriche).

 

 Nello specifico della attuale situazione, queste scelte implicano che AMIU SpA resti di totale proprietà del Comune di Genova. Per superare l’attuale difficoltà finanziaria:

 

         chiedere al Comune di riconoscere il debito verso AMIU per il mancato aumento della TARI per coprire extra-costi di smaltimento fuori regione.

 

         deliberare proseguimento del Contratto di Servizio oltre il 31-12-2020, per almeno 12 anni, per poter reperire finanziamenti per gli impianti dal sistema bancario nazionale o dalla BEI o finanziamenti a fondo perduto da FILSE-Stato-Progetti europei

 

         attuare piano metropolitano, che prevede nuova “missione” di AMIU, da azienda di raccolta e smaltimento in azienda di produzione materiali post-consumo

 

         promuovere un tavolo istituzionale con Stato e Regione Liguria per reperire risorse per la messa in sicurezza di Scarpino 1 e 2

 

         preparare la trasformazione di AMIU SpA in AMIU “azienda speciale consortile” entro il 2020, proponendo l’ingresso di tutti i Comuni della Città Metropolitana, introducendo forme di partecipazione della cittadinanza attiva e dei lavoratori, per attuare Referendum 2011 su gestione pubblica e senza scopo di lucro dei servizi pubblici.

 

 

 

                                                     

 

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